L’istantanea più bella dell’Orogel Stadium la regala il settore dei tifosi ospiti, occupato dai mille tifosi biancorossi che non hanno mai smesso, fino al triplice fischio, di cantare e sostenere la squadra. Ed è forse l’unica cosa da salvare in una serata da dimenticare per un’Ancona colpita nel primo tempo dal Cesena, ed affondata ad inizio ripresa in un match che dopo poco meno di un’ora aveva già emesso il suo verdetto. Alla formazione romagnola è bastato, alla resa dei conti, sbloccare il punteggio nell’ultimo segmento della prima frazione per incanalare la sfida su un binario favorevole: l’uno-due di Corazza, non a caso bomber del Girone B nella passata stagione, ha poi permesso ai romagnoli di disputare un secondo tempo in tranquillità, reso ancora più facile dalla mancanza di reazione da parte di un’Ancona mai capace di rendersi veramente pericolosa. Anzi, bucata anche da Shpendi ed almeno in un paio di circostanze vicina a raccogliere per la quinta volta il pallone in fondo al sacco.
Eppure, la prima mezz’ora aveva fornito feedback tutt’altro che negativi. Squadra aggressiva, ordinata in fase difensiva tanto da concedere poco ad un Cesena capace solo di collezionare calci da fermo senza mai impensierire realmente Vitali. E persino spavalda nelle ripartenze, costruendo un paio di azioni di rimessa – passate per i piedi di Peli – buone per mantenere alta l’attenzione della retroguardia bianconera. Una caparbietà che non ha mancato di far serpeggiare un certo nervosismo nei padroni di casa, che hanno speso con Adamo un evitabile giallo dopo pochi minuti per stroncare sul nascere un break di Martina e protestato vivacemente facendo finire Saber e De Rose sul taccuino dei cattivi. Poi il gol, nato sugli sviluppi di un corner, siglato da Silvestri, che ha stappato la sfida e sciolto quella tensione portata anche dal ritorno all’Orogel Stadium a distanza di diversi mesi.
Ad inizio ripresa, proprio in avvio di tempo dove nelle uscite precedenti l’Ancona aveva denotato una certa disinvoltura nello scattare dai blocchi, è arrivato l’uno-due decisivo. Il primo su rigore, nato da una situazione in cui la difesa dorica si è fatta trovare scoperta, ed il secondo su azione in cui Corazza ha nuovamente beffato un Cella apparso sul pezzo nei primi 45’, ma beffato due volte dall’attaccante bianconero nel breve volgere di pochi giri di lancette. La gara, di fatto, si è chiusa così. Pisseri, estremo difensore locale, si è in pratica goduto una serata da spettatore non pagante, al contrario di Vitali a cui Shpendi ha dato il quarto dispiacere e più volte costretto ad incontri ravvicinati con gli avanti di un Cesena affamato che non ha smesso di spingere, a prescindere dal k.o. tecnico maturato dopo il 3-0.
Capire, in questo 0-4 quale sia il confine tra l’oggettiva forza di un Cesena comunque costruito per vincere, e quanto invalidanti siano i limiti della squadra biancorossa sarà uno dei temi da sviscerare a stretto giro di posta. Le prime risposte dovranno arrivare nella sfida che vedrà la squadra di Donadel – il quale tornerà in panchina dopo aver scontato i due turni di stop per squalifica – affrontare la Juventus Next Gen. Dopo la battuta d’arresto con il Gubbio, serviva un successo che ha poi puntualmente preso forma contro il Pineto: ora, a seguito della debacle di Cesena, l’obiettivo diventa più o meno lo stesso. Per dimostrare di saper metabolizzare una sconfitta netta nelle proporzioni e nel gioco, e per mostrare che il volto dell’Ancona ha connotati ben diversi.
fonte AnconaToday