Zara potrebbe dire addio al centro di Ancona

Zara verso l’addio al centro di Ancona? L’assessore Eliantonio: “Nessuna decisione definitiva”

Zara potrebbe dire addio al centro di Ancona

La possibile chiusura dello store Zara in corso Garibaldi solleva nuove preoccupazioni sullo stato di salute del commercio nel cuore di Ancona. Il noto marchio d’abbigliamento del gruppo spagnolo Inditex potrebbe abbandonare il centro cittadino alla scadenza del contratto d’affitto, prevista per l’estate 2026. Le tensioni con il proprietario dell’immobile sembrano essere alla base di questa potenziale decisione, con un eventuale trasferimento che potrebbe portare Zara al Grotte Center di Camerano, dove sono già presenti grandi catene come Decathlon e, prossimamente, Primark.

Un’uscita che, se confermata, rappresenterebbe un duro colpo per la vitalità commerciale del centro storico, nonostante gli sforzi dell’amministrazione per rilanciarlo. Tuttavia, l’assessore alle Attività Economiche e ai Mercati, Angelo Eliantonio, invita alla cautela:
«Non c’è nulla di definitivo – ha spiegato –. Il nodo al momento è la mancata intesa tra Zara e il proprietario dell’immobile, ma non si tratta di una scelta aziendale legata alle performance commerciali. Parlare di un trasferimento già deciso sarebbe prematuro».

A pesare sul quadro generale sono gli alti canoni d’affitto, considerati da molti come un ostacolo all’apertura di nuove attività nel centro cittadino. Una dinamica che riguarda anche altre realtà, ma che ad Ancona appare particolarmente marcata.
«Il problema è diffuso, ma qui è più evidente – ha aggiunto Eliantonio –. Gli affitti non sono certo convenienti e i pochi proprietari che detengono molti locali non sembrano intenzionati a rivedere le proprie richieste. Come amministrazione, le leve a disposizione sono davvero limitate, anche intervenendo sull’Imu, che è già al massimo».

Nel frattempo, anche Starbucks ha rifiutato l’ipotesi di aprire un punto vendita ad Ancona, come confermato dallo stesso assessore. Un ulteriore segnale della difficoltà della città ad attrarre grandi marchi internazionali.
«C’è un problema più ampio che riguarda il commercio a livello nazionale – ha osservato –. Ad Ancona si avverte in modo particolare, forse perché stiamo affrontando le conseguenze di un trend negativo prolungato. Ho cercato di portare una grande catena del settore caffetteria in città, ma ci è stato risposto che Ancona non risulta attrattiva dal punto di vista commerciale. Questo è il peso di un’eredità pesante, che stiamo cercando di cambiare. In questi mesi abbiamo lavorato molto sull’immagine della città e sulla percezione che ne hanno i visitatori. Se questo percorso fosse iniziato prima, forse oggi saremmo in una situazione diversa».